Poetry

Percorsi e parole

Augusto Galli

Dieci anni in poesia

2025 – Graffi nell’anima

LE MIE COLLINE

……………

Guardo le mie colline

hanno perduto l’innocenza

le mie colline tra la terra e il cielo

sono sbrecciate dalle case,

dove c’era l’erba e solo viole

ora il profilo è popolato dalla gente

che calpesta, si stende, fa ginnastica.

La domenica grigliano carne e pesce,

appestano di fumi puzzolenti i pochi faggi

rimasti a sentinelle prima che spunti

un incendio e bruci finalmente i tetti

che hanno nascosto la natura.

Addio le mie colline senza più innocenza.

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CARNE VIVA

…………..

Passano i giorni

lasciano cicatrici profonde

di suoni d’ambulanza

strilli e televisioni.

Dopo abbiamo scoperto che

la favola è stanca

la finanza lascia ferite crude 

non ci sono abbastanza fucili

per fermare i negri.

Adesso ogni cosa ci dispiace

e non abbiamo pace

se lui vince a Sanremo,

un beduino scemo,

di sicuro ha pagato.

Sprofondati in poltrona

ci dice il pappagallo: buona sera,

meglio di quella vera.  

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I MIEI TESORI

…………..

Amo la primavera col suo manto verde

allegro, vivo. I suoi mille colori, profumi

sapori esasperanti.

Amo l’estate

 distese morbide di grano dorate

dal sole macchiate di papaveri,

amo le guglie

sorgenti dai monti, le nevi eterne

le cime possenti.

Amo la gente che vive di sogni

che piange che prega, la povera gente

che campa con niente, che spera.

Amo la donna che già sento mia

mi stringe tra le braccia mi consola

di gesti e di parole.

Ma più che tutti amo mia madre

mi guarda

la vedo che sospira

forse vorrebbe

darmi vita ancora.  

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AMICO LIQUIDO

…………..

Mare,

se un giorno sarai

solo

vieni da me senza esitare,

accoglierò nella mano le tue gocce di

sale

ascolterò la tua voce

liquida

sussurrare fantasie sulle sirene,

mi mostrerai le scie delle balene

i disegni sublimi dei coralli.

Se vorrai soltanto dialogare

 fammi prima sentire la canzone

 che le tue onde fanno

a riva

poi siederemo sullo scoglio e ci faremo

amici.

Se avrai paura della notte

vieni da me senza esitare,

accenderò per te un faro luminoso

e vedrai nella nebbia i pescatori, ti prego

di curarli, è gente onesta, non faranno male.

Abbi fiducia

 nascerà l’alba nuova e tu vedrai la luce.

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FELINO

…………..

Sei pronto al mio risveglio

ogni mattina, mi aspetti

quando torno

a tarda sera.

Col tuo andare felpato

sei dovunque in casa

frusti il silenzio con la coda,

tu sei il padrone e non ricordo come e quando

ti ho ceduto il comando.

Sei fulvo,  altero come si conviene

a un felino che tiene alla sua razza,

se poi mi fissi coi tuoi occhi gialli

credo che tu mi faccia una domanda

con muta parola. Scusa se non rispondo.

Quando la sera torno stanco la tua

regale indifferenza è solo finta,

mi salti sulle gambe, mi guardi e

sotto i baffi ridi. Voi siete strani, umani,

sembri dire. Pure sei attento e

a piccoli cenni disegni nell’aria

un fitto pensiero.

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AUTUNNO

…………..

Oggi arriva l’autunno foglie tremanti

sono prese ai bracci del vento

odora l’aria di terra bagnata e

tutto attorno alle case le donne

raccolgono i panni e vanno gridando

ai bambini di andare al riparo.

Diventano grigie le ore, le nebbie si

fanno più audaci, sospiri e parole

si fanno pesanti, si accendono fuochi

si levano fumi, si piange l’estate.

Nessuno che goda i colori smorzati

dei faggi, l’incanto di buoni sussurri,

il dolce silenzio dei prati,

l’autunno si coglie davvero se dentro

la mente

alberga pensiero leggero.

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ORME SULLA SABBIA

…………..

Orme leggere sulla rena

sbiadite dal vento

che i salici carezza.

Hai fame di sole, le membra

delicate perdi nei flutti che poi,

avvolgenti

rodono gli scogli.

Esci dall’acqua

i tuoi capelli frustano il vento,

ti avvolgono il viso, le mani protese

son dolci di sale, la sabbia

ti lambisce le caviglie poi

stampa le tue orme vergini.

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SE DISPERA

…………..

Qualche volta un uomo o

una donna si dispera invano,

questo si chiama scoprire il cuore

l’anima in questo momento è cosa viva

brilla come la luna,

lucida di lacrime occulte.

Anima poi colma di fuoco che in realtà

è desiderio di esistere

conquistare le forme di realtà, il mito

l’archetipo, tutto quanto rasserena il cammino,

mentre la luna rimanda luce alla terra e,

lei sì, sembra cosa viva.  

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TI AMO

…………..

Ti ho fatto, io ti ho creato, ti amavo,

ora ti sei girato, ti allontani ogni giorno

non ricordi quanto ti ho dato

hai cancellato il tuo sangue, le

mie cellule impresse nelle tue.

Ti sono madre, tu mio figlio, le

nostre anime un solo blocco di calore,

ora piccole cose vocianti.

Ti ho fatto molti doni

azzurro del mattino, rosa del tramonto

il giardino fiorito che ogni giorno

calpesti, di più volevi

m’hai girato le spalle. Prova tu a creare

nuova vita, prova a dire

ti ho fatto

io ti ho creato.

ti amavo.

E soffri.

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NULLA SI PERDE

…………..

Un uomo una donna non si parlano

l’uomo uccide la foresta e canta,

la donna non si lava i capelli

procede zoppicando verso il futuro.

Essi non sanno che il destino ha già scritto

nei suoi libri cosa fare di due anime che

non si parlano

verranno segnalati lui di nero

lei di viola

per riconoscerli quando usciranno a prendere

il premio, non sanno che è stato già formato

il nesso tra natura e divino

che nelle grandi mani del mondo ulteriore nulla

si perde, ma la piccola scia della gente

pende in attesa di trasformarsi in perle che darà

luce al biancospino.

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ESSERE DIVERSO 

…………..

Sei la formica calpestata per noia

la capanna distrutta per rabbia,

la tana abbandonata,

il nido che hai lasciato

e molto altro ancora,

hai nascosto la gioia del pensiero

dietro maschere effimere

hai mentito.

Uomo, tu non avrai respiro

sei rimasto solo, hai in mano i cocci

di un destino che non t’è riuscito:

essere diverso.

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FORSE

…………..

Hai trascorso la vita come in sogno

ricordi

quando cadesti per le scale e ti

dissero buono non è nulla?

( tu piangevi il tuo sangue e la paura).

Poi diventato grande e più maturo (stava scritto così nell’ ammissione al mondo,

le crepe delle strade le rughe delle facce tutto per te normale)

hai preso a pugni la realtà per farti strada,

hai menato, le hai prese e non hai ascoltato chi diceva basta

tanto più lontano non arrivi.

Arrampicando le spalle di poveri cristiani pestando i piedi che non conoscevi

sei arrivato in cima, avresti ucciso ma non ci hai provato, non serviva.

Apri adesso la scatola di spilli colorati

(ci fissavi i percorsi proprio tosti)

le capocchiette sono messe storte hanno le punte arrugginite,

dove sei stato questi anni non lo sai

hai trascorso una vita come in sogno.

Ora ti guardi attorno, più non cavalchi le giovani paure,

i grandi salti,

le speranze dure.

Ora sei vecchio, infine sei maturo?

Forse.

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DOPO IL LAVORO, TORNARE AL NIDO

…………..

Chiama un uccello al nido e altro dice: arrivo,

anche tu mio bambino attendi

belle lacrime spendi sopra coperte azzurre.

Sei tu la cosa nuova che ho portato al mondo, senza pensare

senza lesinare in bellezza, è un dono

quando ti carezzo, al suono della voce che mi porgi

io rispondo con voce che ti copre dolce, tu porti

sensazioni grandi, un suono chiaro, un eco persistente

che si spande in luce

filo continuo che da te, ogni volta,

mi conduce.

Vola la mamma al nido e

ti ringrazia, amore.

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UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO

…………..

Scendevo le scale in silenzio e

mi son chiesto: tu dove sei?

Stentava l’alba contro pallide

luci della notte beffarda, un tempo

l’azzurro dei tuoi occhi salutava

il giorno che nasceva e tutto attorno

era incanto.

Scendevo ed inciampavo nei ricordi

si presentava giorno introverso

i quotidiani freddi di notizie, il tram a  rimbalzare

sui binari scuotendo le ganasce

 pendolari storditi correvano passi

e la stazione sonnecchiava a stento.

Pensavo al maggio che saprà tornare

ai fiori,

al cuore tuo bastardo,

quante cose ci porta primavera.

Ma il  tram   conosce quel percorso

che da me ti conduce?

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RIBELLE

…………..

Non sono pronto, voglio

vivere ancora. Ancora sospiri

di vento fra i vasi del balcone

la carezza del sole

la luce sublime del tuo sguardo.

Non sono pronto, la natura umana respinge confronto  con la morte,

mai dovrebbe sedere ad attendere

il buio.

Azzurro delle note che si leva dal coro

la peluria sui petali dei fiori e quel sussurro

basso fra le foglie del bosco, quando l’ape

intensa è sospesa nell’aria

quando tutti i pensieri sono belli e la voglia

di casa preme dentro,

come lasciare, come uscire nudo per nutrire i vermi?

Aggrappo un’oncia di fiato,  un lume fioco  che mi sembra acceso laggiù

dove la valle s’ammanta di percorsi

dove la vita pulsa

ancora. E ancora basta al sorriso..  

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LONTANO

…………..

Inatteso mattino e

la persiana s‘è fatta da parte, bagnata di luce.

Sul filo delle case, tetti appena bruciati, spigoli

che rimandano il sole sembrano sorridere e

tutto attorno alberi persone

si scambiano carezze.

Questo giorno inatteso è

una promessa,

la guerra romba fessa dietro l’angolo

la morte si contempla per strade divelte

uomini che si uccidono con missili

e cannoni, lontano

da questo giorno inatteso, sordo

al dolore,

luce ci bagna che nulla sa di lacrime

altrove.

Lontano.  

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FRANCESCO

…………..

È morto un Papa buono

tutto pane e sale

la gente sente un vuoto nella gola

non sa piangere, ancora.

Attesi al funerale cardinali e preti, lui

dalla cassa aperta ci sorride appena,

dice non abbiate paura,

inizia un viaggio che faremo a piedi

nudi di un corpo che più non ci appartiene

saliremo una svolta che ci porta

alla pace del cuore

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NOI SOLI

…………..

Pomeriggio è volato annegato

di sole, quanti ricordi

dal passato se il presente

lacera sangue e nella mente duole.

Eravamo a Parigi, foschia sulla Senna

Montmartre ingioiellata di luci, il Sacro Cuore chiamava alla preghiera senza ascolto

senza cattiveria,

un cielo di sussurri e promesse spingeva

al peccato turisti rilassati. “La vie en rose

Do you like it? Schön, sehr schön”.

A Nizza eravamo, la Promenade trascinava

torpedoni di russi. E hai detto: non è giusto, non adesso, s’il vous plait. Il mare ha ringraziato piano. Forse piangeva.

Poi di nuovo a casa, gerani spenti, la patina spessa di vissuto sui muri di cucina.

E le ragazze? Uscite per i fatti loro. Giusto così,

bella la casa per noi soli.

Adesso, pomeriggio volato, soli,

due vecchi annegati di ricordi.

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BAD BOY

…………..

Per crederti puro

scavalchi la legge,

se cerchi la vita scavalchi

alberi morti,

non fare il cattivo ragazzo,

non mettere il broncio,

sei bello nel fiore del giorno

che nasce

che spezza l’azzurro del vento,

nessuno è onesto

abbastanza

per dirsi sincero, è buio

ragazzo,

verrà un temporale,

verrà il tuo momento

di pena

verrà la tua scarsa sorpresa.

Capirai che l’intesa che cerchi

nel cuore

è appesa a un gancio di sole.

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GUERRA E PACE

…………..

Ho visto una farfalla

annegare in pozza di luce

mi sono distratto dal libro

di storia,

era quando il divo Cesare

correva le Gallie in cerca

di gloria

e nemici di Roma,

adesso la farfalla è ricomparsa

bagnata di luce

luccica sulla foglia come una goccia

di rugiada

e tutto attorno è pace.

Ripongo il libro di storia

mi godo il momento

che ha spento parole di guerra.

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CANZONE DISPERATA

…………..

Oh, baby, la notte

ti trascina lontano dai miei sogni

dalle mani, dal corpo, canzone

disperata

all’orizzonte brucia. La notte

oh, baby.

Non ci siamo baciati

abbastanza, non ci siamo

conosciuti davvero, ma ora

è tardi

per dirti che ci amiamo. La notte

dei lunghi silenzi

dei troppi frammenti

di sogni. La notte

oh, baby.

Canzone che non puoi più ascoltare.

Oh, baby

lontana.

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A GIUSY

…………..

Lieve procedi in altra luce

anima dolce

che d’incanto scioglie

nel respiro del vento,

tuo riso, tuo silenzio, spande

sollievo al faticar del giorno

e tutto attorno

ogni cosa s’allieta.

Lieve procedi in altra luce

che il profilo specchia,

il tuo ricordo

scheggia la mente e dentro resta.

Lieta procedi in altra luce

anima dolce.

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UNA VITA USATA

…………..

La vita è quella cosa

che non hai comprato, nessun supermercato

niente offerta speciale. Indietro bottegai.

Un regalo…

ragazzo e ragazza sotto l’abbraccio complicato del ciliegio hanno

detto:

basta! La gazza molto sapeva, non ha messo becco.

Basta dinieghi. Basta preservativi! Preserviamo l’amore

in barba ai divieti. Legge da buttare

occorre farla umana. Adatta ai dettami del cuore.

 I vecchi stavano bofonchiando: questo è sacrilegio. Sei uscito

da tua madre come un fiore

tutto sangue e calore,

hai pianto il tuo stupore. Dovevi respirare. Da solo.

 La vita che non hai comprato.

Che due ragazzi ti hanno regalato.

Vuoi venderla usata? Prova

al supermercato.

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FIORI BIANCHI

…………..

Dovessi mai cercarti

ancora

ma perché dovrei farlo?

Dammi una buona ragione.

L’albero ha messo in vetrina la sua chioma fiorita

arte giapponese,

sottile ironia

arte calligrafica.

Piccoli fiori bianchi, ricordo

li cercavi con gli occhi

dicevi: verrà l’estate, maggio fiorito

messaggero di sole. E ridevi felice.

Dovessi mai cercarti,

ancora,

(hai una buona ragione?)

guarderò prima una stampa

molte collezionate per farti piacere

giapponese.

Di fiori bianchi.

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GRAZIE

…………..

Vorrei tornare indietro

a quando inconsapevole

del dono della vita

frequentavo le braccia

di mia madre. E

debbo ringraziare Te,

Signore,

delle ore

giorni minuti che ho ingoiato

interi, un pasto delizioso.

Come la rosa che s’è cotta

al sole al vento curioso alle carezze

della tiepida pioggia

ha sopportato molto e inclina

piano il capo, piange i petali a terra,

così tra boccioli d’uomo

nutriti di luce

mi ritiro piano mi lascio

ghermire dall’ombra, attendo

la fine dei minuti. Del dono

della vita. Ancora grazie a Te,

Signore.

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INNOCENZA

…………..

Faceva il mare gran fracasso

come se fosse incatenato

sotto la luna altissima

alberi pallidi

incantati

dentro quel chiarore

batteva contro il banco

una farfalla

l’immagine di un santo

sporgeva a benedire.

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LIBERTA’

…………..

Occhi neri che i pianti

d’infinite vigilie

lavati hanno di lacrime

oggi guardate alla risorta gioia

son tornati gli anziani

giù dal bosco, portano foglie e rami

a copricapo a scudo a insegna

d’aver vinto il passato

nuovo sussulto è nell’aria

se libertà

scende dai monti

s’accende nel fiato dei neonati

che saranno futuro.

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ESSERE INSIEME

…………..

Cosa cerca il tuo cuore

nell’intrico

dei pensieri miei? Ho sentimenti

che viaggiano come nubi di pioggia

torturano il paesaggio,

luci e presagi,

altrimenti

coltivano silenzi.

Non chiedermi notizie che

non posso darti,

non di me,

dovrò mentire col miraggio

di farti felice.

E non saprai

perché piango

da sola

accoccolata sopra i sogni.

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BRUCIA LA NOTTE

Brucia la notte

il tuo ricordo

io fuggire non posso.

Brucia l’ombra la luce

che di te rimane

che di te si alimenta,

vive soltanto il tuo sguardo e scruta,

come il faro acceca

marinaio che cerca una terra

un approdo

un sospiro di casa.

Vorrei baciarti ancora

ancora il tuo ricordo

guizza nell’ombra

e brucia dentro.

Brucia la notte insonne.

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