LE MIE COLLINE
……………
Guardo le mie colline
hanno perduto l’innocenza
le mie colline tra la terra e il cielo
sono sbrecciate dalle case,
dove c’era l’erba e solo viole
ora il profilo è popolato dalla gente
che calpesta, si stende, fa ginnastica.
La domenica grigliano carne e pesce,
appestano di fumi puzzolenti i pochi faggi
rimasti a sentinelle prima che spunti
un incendio e bruci finalmente i tetti
che hanno nascosto la natura.
Addio le mie colline senza più innocenza.
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CARNE VIVA
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Passano i giorni
lasciano cicatrici profonde
di suoni d’ambulanza
strilli e televisioni.
Dopo abbiamo scoperto che
la favola è stanca
la finanza lascia ferite crude
non ci sono abbastanza fucili
per fermare i negri.
Adesso ogni cosa ci dispiace
e non abbiamo pace
se lui vince a Sanremo,
un beduino scemo,
di sicuro ha pagato.
Sprofondati in poltrona
ci dice il pappagallo: buona sera,
meglio di quella vera.
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I MIEI TESORI
…………..
Amo la primavera col suo manto verde
allegro, vivo. I suoi mille colori, profumi
sapori esasperanti.
Amo l’estate
distese morbide di grano dorate
dal sole macchiate di papaveri,
amo le guglie
sorgenti dai monti, le nevi eterne
le cime possenti.
Amo la gente che vive di sogni
che piange che prega, la povera gente
che campa con niente, che spera.
Amo la donna che già sento mia
mi stringe tra le braccia mi consola
di gesti e di parole.
Ma più che tutti amo mia madre
mi guarda
la vedo che sospira
forse vorrebbe
darmi vita ancora.
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AMICO LIQUIDO
…………..
Mare,
se un giorno sarai
solo
vieni da me senza esitare,
accoglierò nella mano le tue gocce di
sale
ascolterò la tua voce
liquida
sussurrare fantasie sulle sirene,
mi mostrerai le scie delle balene
i disegni sublimi dei coralli.
Se vorrai soltanto dialogare
fammi prima sentire la canzone
che le tue onde fanno
a riva
poi siederemo sullo scoglio e ci faremo
amici.
Se avrai paura della notte
vieni da me senza esitare,
accenderò per te un faro luminoso
e vedrai nella nebbia i pescatori, ti prego
di curarli, è gente onesta, non faranno male.
Abbi fiducia
nascerà l’alba nuova e tu vedrai la luce.
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FELINO
…………..
Sei pronto al mio risveglio
ogni mattina, mi aspetti
quando torno
a tarda sera.
Col tuo andare felpato
sei dovunque in casa
frusti il silenzio con la coda,
tu sei il padrone e non ricordo come e quando
ti ho ceduto il comando.
Sei fulvo, altero come si conviene
a un felino che tiene alla sua razza,
se poi mi fissi coi tuoi occhi gialli
credo che tu mi faccia una domanda
con muta parola. Scusa se non rispondo.
Quando la sera torno stanco la tua
regale indifferenza è solo finta,
mi salti sulle gambe, mi guardi e
sotto i baffi ridi. Voi siete strani, umani,
sembri dire. Pure sei attento e
a piccoli cenni disegni nell’aria
un fitto pensiero.
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AUTUNNO
…………..
Oggi arriva l’autunno foglie tremanti
sono prese ai bracci del vento
odora l’aria di terra bagnata e
tutto attorno alle case le donne
raccolgono i panni e vanno gridando
ai bambini di andare al riparo.
Diventano grigie le ore, le nebbie si
fanno più audaci, sospiri e parole
si fanno pesanti, si accendono fuochi
si levano fumi, si piange l’estate.
Nessuno che goda i colori smorzati
dei faggi, l’incanto di buoni sussurri,
il dolce silenzio dei prati,
l’autunno si coglie davvero se dentro
la mente
alberga pensiero leggero.
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ORME SULLA SABBIA
…………..
Orme leggere sulla rena
sbiadite dal vento
che i salici carezza.
Hai fame di sole, le membra
delicate perdi nei flutti che poi,
avvolgenti
rodono gli scogli.
Esci dall’acqua
i tuoi capelli frustano il vento,
ti avvolgono il viso, le mani protese
son dolci di sale, la sabbia
ti lambisce le caviglie poi
stampa le tue orme vergini.
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SE DISPERA
…………..
Qualche volta un uomo o
una donna si dispera invano,
questo si chiama scoprire il cuore
l’anima in questo momento è cosa viva
brilla come la luna,
lucida di lacrime occulte.
Anima poi colma di fuoco che in realtà
è desiderio di esistere
conquistare le forme di realtà, il mito
l’archetipo, tutto quanto rasserena il cammino,
mentre la luna rimanda luce alla terra e,
lei sì, sembra cosa viva.
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TI AMO
…………..
Ti ho fatto, io ti ho creato, ti amavo,
ora ti sei girato, ti allontani ogni giorno
non ricordi quanto ti ho dato
hai cancellato il tuo sangue, le
mie cellule impresse nelle tue.
Ti sono madre, tu mio figlio, le
nostre anime un solo blocco di calore,
ora piccole cose vocianti.
Ti ho fatto molti doni
azzurro del mattino, rosa del tramonto
il giardino fiorito che ogni giorno
calpesti, di più volevi
m’hai girato le spalle. Prova tu a creare
nuova vita, prova a dire
ti ho fatto
io ti ho creato.
ti amavo.
E soffri.
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NULLA SI PERDE
…………..
Un uomo una donna non si parlano
l’uomo uccide la foresta e canta,
la donna non si lava i capelli
procede zoppicando verso il futuro.
Essi non sanno che il destino ha già scritto
nei suoi libri cosa fare di due anime che
non si parlano
verranno segnalati lui di nero
lei di viola
per riconoscerli quando usciranno a prendere
il premio, non sanno che è stato già formato
il nesso tra natura e divino
che nelle grandi mani del mondo ulteriore nulla
si perde, ma la piccola scia della gente
pende in attesa di trasformarsi in perle che darà
luce al biancospino.
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ESSERE DIVERSO
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Sei la formica calpestata per noia
la capanna distrutta per rabbia,
la tana abbandonata,
il nido che hai lasciato
e molto altro ancora,
hai nascosto la gioia del pensiero
dietro maschere effimere
hai mentito.
Uomo, tu non avrai respiro
sei rimasto solo, hai in mano i cocci
di un destino che non t’è riuscito:
essere diverso.
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FORSE
…………..
Hai trascorso la vita come in sogno
ricordi
quando cadesti per le scale e ti
dissero buono non è nulla?
( tu piangevi il tuo sangue e la paura).
Poi diventato grande e più maturo (stava scritto così nell’ ammissione al mondo,
le crepe delle strade le rughe delle facce tutto per te normale)
hai preso a pugni la realtà per farti strada,
hai menato, le hai prese e non hai ascoltato chi diceva basta
tanto più lontano non arrivi.
Arrampicando le spalle di poveri cristiani pestando i piedi che non conoscevi
sei arrivato in cima, avresti ucciso ma non ci hai provato, non serviva.
Apri adesso la scatola di spilli colorati
(ci fissavi i percorsi proprio tosti)
le capocchiette sono messe storte hanno le punte arrugginite,
dove sei stato questi anni non lo sai
hai trascorso una vita come in sogno.
Ora ti guardi attorno, più non cavalchi le giovani paure,
i grandi salti,
le speranze dure.
Ora sei vecchio, infine sei maturo?
Forse.
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DOPO IL LAVORO, TORNARE AL NIDO
…………..
Chiama un uccello al nido e altro dice: arrivo,
anche tu mio bambino attendi
belle lacrime spendi sopra coperte azzurre.
Sei tu la cosa nuova che ho portato al mondo, senza pensare
senza lesinare in bellezza, è un dono
quando ti carezzo, al suono della voce che mi porgi
io rispondo con voce che ti copre dolce, tu porti
sensazioni grandi, un suono chiaro, un eco persistente
che si spande in luce
filo continuo che da te, ogni volta,
mi conduce.
Vola la mamma al nido e
ti ringrazia, amore.
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UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO
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Scendevo le scale in silenzio e
mi son chiesto: tu dove sei?
Stentava l’alba contro pallide
luci della notte beffarda, un tempo
l’azzurro dei tuoi occhi salutava
il giorno che nasceva e tutto attorno
era incanto.
Scendevo ed inciampavo nei ricordi
si presentava giorno introverso
i quotidiani freddi di notizie, il tram a rimbalzare
sui binari scuotendo le ganasce
pendolari storditi correvano passi
e la stazione sonnecchiava a stento.
Pensavo al maggio che saprà tornare
ai fiori,
al cuore tuo bastardo,
quante cose ci porta primavera.
Ma il tram conosce quel percorso
che da me ti conduce?
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RIBELLE
…………..
Non sono pronto, voglio
vivere ancora. Ancora sospiri
di vento fra i vasi del balcone
la carezza del sole
la luce sublime del tuo sguardo.
Non sono pronto, la natura umana respinge confronto con la morte,
mai dovrebbe sedere ad attendere
il buio.
Azzurro delle note che si leva dal coro
la peluria sui petali dei fiori e quel sussurro
basso fra le foglie del bosco, quando l’ape
intensa è sospesa nell’aria
quando tutti i pensieri sono belli e la voglia
di casa preme dentro,
come lasciare, come uscire nudo per nutrire i vermi?
Aggrappo un’oncia di fiato, un lume fioco che mi sembra acceso laggiù
dove la valle s’ammanta di percorsi
dove la vita pulsa
ancora. E ancora basta al sorriso..
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LONTANO
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Inatteso mattino e
la persiana s‘è fatta da parte, bagnata di luce.
Sul filo delle case, tetti appena bruciati, spigoli
che rimandano il sole sembrano sorridere e
tutto attorno alberi persone
si scambiano carezze.
Questo giorno inatteso è
una promessa,
la guerra romba fessa dietro l’angolo
la morte si contempla per strade divelte
uomini che si uccidono con missili
e cannoni, lontano
da questo giorno inatteso, sordo
al dolore,
luce ci bagna che nulla sa di lacrime
altrove.
Lontano.
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FRANCESCO
…………..
È morto un Papa buono
tutto pane e sale
la gente sente un vuoto nella gola
non sa piangere, ancora.
Attesi al funerale cardinali e preti, lui
dalla cassa aperta ci sorride appena,
dice non abbiate paura,
inizia un viaggio che faremo a piedi
nudi di un corpo che più non ci appartiene
saliremo una svolta che ci porta
alla pace del cuore
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NOI SOLI
…………..
Pomeriggio è volato annegato
di sole, quanti ricordi
dal passato se il presente
lacera sangue e nella mente duole.
Eravamo a Parigi, foschia sulla Senna
Montmartre ingioiellata di luci, il Sacro Cuore chiamava alla preghiera senza ascolto
senza cattiveria,
un cielo di sussurri e promesse spingeva
al peccato turisti rilassati. “La vie en rose
Do you like it? Schön, sehr schön”.
A Nizza eravamo, la Promenade trascinava
torpedoni di russi. E hai detto: non è giusto, non adesso, s’il vous plait. Il mare ha ringraziato piano. Forse piangeva.
Poi di nuovo a casa, gerani spenti, la patina spessa di vissuto sui muri di cucina.
E le ragazze? Uscite per i fatti loro. Giusto così,
bella la casa per noi soli.
Adesso, pomeriggio volato, soli,
due vecchi annegati di ricordi.
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BAD BOY
…………..
Per crederti puro
scavalchi la legge,
se cerchi la vita scavalchi
alberi morti,
non fare il cattivo ragazzo,
non mettere il broncio,
sei bello nel fiore del giorno
che nasce
che spezza l’azzurro del vento,
nessuno è onesto
abbastanza
per dirsi sincero, è buio
ragazzo,
verrà un temporale,
verrà il tuo momento
di pena
verrà la tua scarsa sorpresa.
Capirai che l’intesa che cerchi
nel cuore
è appesa a un gancio di sole.
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GUERRA E PACE
…………..
Ho visto una farfalla
annegare in pozza di luce
mi sono distratto dal libro
di storia,
era quando il divo Cesare
correva le Gallie in cerca
di gloria
e nemici di Roma,
adesso la farfalla è ricomparsa
bagnata di luce
luccica sulla foglia come una goccia
di rugiada
e tutto attorno è pace.
Ripongo il libro di storia
mi godo il momento
che ha spento parole di guerra.
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CANZONE DISPERATA
…………..
Oh, baby, la notte
ti trascina lontano dai miei sogni
dalle mani, dal corpo, canzone
disperata
all’orizzonte brucia. La notte
oh, baby.
Non ci siamo baciati
abbastanza, non ci siamo
conosciuti davvero, ma ora
è tardi
per dirti che ci amiamo. La notte
dei lunghi silenzi
dei troppi frammenti
di sogni. La notte
oh, baby.
Canzone che non puoi più ascoltare.
Oh, baby
lontana.
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A GIUSY
…………..
Lieve procedi in altra luce
anima dolce
che d’incanto scioglie
nel respiro del vento,
tuo riso, tuo silenzio, spande
sollievo al faticar del giorno
e tutto attorno
ogni cosa s’allieta.
Lieve procedi in altra luce
che il profilo specchia,
il tuo ricordo
scheggia la mente e dentro resta.
Lieta procedi in altra luce
anima dolce.
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UNA VITA USATA
…………..
La vita è quella cosa
che non hai comprato, nessun supermercato
niente offerta speciale. Indietro bottegai.
Un regalo…
ragazzo e ragazza sotto l’abbraccio complicato del ciliegio hanno
detto:
basta! La gazza molto sapeva, non ha messo becco.
Basta dinieghi. Basta preservativi! Preserviamo l’amore
in barba ai divieti. Legge da buttare
occorre farla umana. Adatta ai dettami del cuore.
I vecchi stavano bofonchiando: questo è sacrilegio. Sei uscito
da tua madre come un fiore
tutto sangue e calore,
hai pianto il tuo stupore. Dovevi respirare. Da solo.
La vita che non hai comprato.
Che due ragazzi ti hanno regalato.
Vuoi venderla usata? Prova
al supermercato.
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FIORI BIANCHI
…………..
Dovessi mai cercarti
ancora
ma perché dovrei farlo?
Dammi una buona ragione.
L’albero ha messo in vetrina la sua chioma fiorita
arte giapponese,
sottile ironia
arte calligrafica.
Piccoli fiori bianchi, ricordo
li cercavi con gli occhi
dicevi: verrà l’estate, maggio fiorito
messaggero di sole. E ridevi felice.
Dovessi mai cercarti,
ancora,
(hai una buona ragione?)
guarderò prima una stampa
molte collezionate per farti piacere
giapponese.
Di fiori bianchi.
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GRAZIE
…………..
Vorrei tornare indietro
a quando inconsapevole
del dono della vita
frequentavo le braccia
di mia madre. E
debbo ringraziare Te,
Signore,
delle ore
giorni minuti che ho ingoiato
interi, un pasto delizioso.
Come la rosa che s’è cotta
al sole al vento curioso alle carezze
della tiepida pioggia
ha sopportato molto e inclina
piano il capo, piange i petali a terra,
così tra boccioli d’uomo
nutriti di luce
mi ritiro piano mi lascio
ghermire dall’ombra, attendo
la fine dei minuti. Del dono
della vita. Ancora grazie a Te,
Signore.
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INNOCENZA
…………..
Faceva il mare gran fracasso
come se fosse incatenato
sotto la luna altissima
alberi pallidi
incantati
dentro quel chiarore
batteva contro il banco
una farfalla
l’immagine di un santo
sporgeva a benedire.
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LIBERTA’
…………..
Occhi neri che i pianti
d’infinite vigilie
lavati hanno di lacrime
oggi guardate alla risorta gioia
son tornati gli anziani
giù dal bosco, portano foglie e rami
a copricapo a scudo a insegna
d’aver vinto il passato
nuovo sussulto è nell’aria
se libertà
scende dai monti
s’accende nel fiato dei neonati
che saranno futuro.
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ESSERE INSIEME
…………..
Cosa cerca il tuo cuore
nell’intrico
dei pensieri miei? Ho sentimenti
che viaggiano come nubi di pioggia
torturano il paesaggio,
luci e presagi,
altrimenti
coltivano silenzi.
Non chiedermi notizie che
non posso darti,
non di me,
dovrò mentire col miraggio
di farti felice.
E non saprai
perché piango
da sola
accoccolata sopra i sogni.
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BRUCIA LA NOTTE
Brucia la notte
il tuo ricordo
io fuggire non posso.
Brucia l’ombra la luce
che di te rimane
che di te si alimenta,
vive soltanto il tuo sguardo e scruta,
come il faro acceca
marinaio che cerca una terra
un approdo
un sospiro di casa.
Vorrei baciarti ancora
ancora il tuo ricordo
guizza nell’ombra
e brucia dentro.
Brucia la notte insonne.
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