Poetry

Percorsi e parole

Augusto Galli

Dieci anni in poesia

2023 – Lettere a Davide

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Quanto un somaro

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Mi ha visitato un dottore molto bravo

sorridente doppio laureato

ha detto tutto bene lei camperà quanto un somaro

come dice scusi?

dunque il somaro porta pesi e botte intanto se ne frega

espone i denti gialli dopo raglia

ora ha capito? faccia lo stesso

grazie dottore molto bravo

tutta la vita ho caricato pesi quanto a botte

ne ho prese per due vite

forse somaro è il doppio laureato

pure l’ho pagato

grazie dottore molto bravo

ad intascare.

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Gustoso melodramma

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Salgono voci dall’incrocio

di canto? di protesta cruda

urla bestemmie abbasso! abbasso!

il popolo non paga bollette della luce

del gas

mancano soldi la minestra è corta

intanto nel teatro pieno scarpe e pellicce fanno scena

squillano voci

è il melodramma che racconta sofferenze antiche

quando il gas non c’era e si faceva luce

con le torce

salgono voci la platea è commossa

evviva! evviva!

assai contenti in piedi ad applaudire

e chi non mangia?

vada a protestare.

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Contratto d’Albania

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Suona il telefono è domenica

pronto parlo poco italiano sono in Albania

le vendiamo un contratto favoloso 

per dodici anni non avrà pensieri

guardi non ho bisogno mi contento se campo

anche domani

le serve allora buono contratto

per gli eredi

abbiamo pronto quello di suo figlio

digiti adesso sul tastino in basso ed il contratto è fatto

che il diavolo vi porti arrivederci

mi avete rovinato il pranzo

pronto ci ascolta? ancora in Albania

guardi che il diavolo ha un contratto giusto per lei

non occorre firma

è già stampato.

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È solo il bitonale

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Andate a visitare un cimitero

la compostezza delle tombe lo stupore

dell’aria

il profilo del nulla sulle foglie d’erba

tutto vi parla di come non sarete dopo

perde fragore incanto delle somme

che il motore dell’oggi vi alimenta

esile filo di silenzio attesta

che sarete soli

a contatto di pietre con la muffa

 e lo squillo di tromba non vi sveglia

è solo il bitonale

fuori mura

di un giovane che ha fretta.

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Vita di coppia

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Mi hai fatto diventare padre

non mi sento adatto

non lascerò gli amici

le bevute di sempre

il nostro bar

utero che raccoglie insieme braccia e piedi

non mi farai uomo di pannolini

il biberon con me lo puoi scordare

non sarò mai il padre di tuo figlio

tu sei la madre raccogli la sua merda

inventa qualche storia per un altro compagno.

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Trasferito in sasso

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Trascorre le giornate in desolante nulla

nulla più lo interessa

nulla risponde per le scale

 a chi si sforza e ancora lo saluta

nulla raccoglie dal tempo che s’imbruna

e scioglie in turbine di pioggia

nulla dal pianto di un bambino

dal sorriso esitante di chi chiede scusa

tutto al suo interno è inaridito

morto il pensiero il gusto

 di sentirsi vivo

si è trasferito in sasso

non servirà neanche a rompere le noci.

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Quando le cose

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Quando la luce veste la materia

e vedi il bianco il nero

puoi toccare i colori ed annusarli

spigoli curve venature la luce la luce

dall’abisso del buio emergono le cose

gli oggetti che hanno preso ieri un pezzetto di noi

adesso li viviamo col tocco della mano

con lo sguardo

sprofondati lontano in cunicoli bui

pure avevano il segno

hanno creduto in noi hanno atteso pazienti

di rivelarsi di toccarci il cuore

 coi ricordi dell’uso

nel piacere che sanno procurarci intero.

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Niente vi manca

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Ora che avete proprio tutto

non vi manca niente

sazi e delusi scavate un po’ di brividi

è dolce la domenica un nudo reso osceno

filmare il vostro cane mentre lo bastonate

frugare col telefono nelle pieghe infette

 sfruttare il retrogusto di mostrare il sedere

salite al trentesimo piano guadate giù dal cornicione

guance ai binari mentre arriva il treno

tagliatevi un dito del piede e filmate

raccogliete le urla del sangue

ora che avete proprio tutto

e non vi manca niente

provate con un povero cristo da inchiodare alla croce.

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Una brava persona

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Una brava persona certamente

ama il suo gatto

si dice in giro che lo stia viziando

ci parla quando torna dal lavoro

per Natale gli mette un fiocco rosso

gli racconta di come gira il mondo 

 non si scompone muove solo la coda

certamente una brava persona

pomeriggio

accoltella la moglie qualcosa non funziona

si scopre poi che il gatto non ha fatto cena

pure sembrava una persona brava.

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Ai pini l’inverno

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Ai pini l’inverno ha tagliato la chioma

lastre sottili di ghiaccio facile scivolare

la tensione del cielo

ripercuote nell’attonito grigio della terra

nel percosso muggire del mare che si lancia avanti

raccoglie soltanto urla dal vento

gennaio che avanza copre giorni di neve e di sale

non si stanca del vuoto che lascia in gelide stanze

sbigottisce la pendola non canta più le ore

folate di gelo premono alle porte alle finestre

spaziano nella mente…

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La tua cattura

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Lascia andare i capelli

cadono sulle spalle vibrando desideri

 l’amore inaridito ha bisogno di pianto di furore di sangue

le pietre bianche che hanno misurato

i tuoi passi

nudi i piedi catturando l’onda calda del meriggio

la tua veste

tessuta di carezze e sospiri di gemiti lunghi

i tuoi capelli

sciolti serpenti alle spalle levigate di baci

procedi sontuosa di passione non temi l’incanto

che il mio sguardo ti lancia

io ti voglio viva.

Alba e marciapiedi

Scivola sul marciapiedi un’alba stanca

netturbino raccoglie le vestigia ubriache della notte

e la vita riprende la sua corsa

le scatole di ferro con le gomme vanno a fermata

raccolgono persone uomini e donne che al lavoro

spendono il giorno qualcuno fino a sera

torneranno delusa ogni speranza

a ciabattare in cucina a rovistare per avere notizie dal Paese

ma nessuna impresa ha raggiunto il successo

una fabbrica è esplosa dieci morti

nulla sappiamo dei feriti gravi

e la notte si piega su un giornale strapazzato in terra

nel rigagnolo scorre pioggia amara

in attesa di un’alba ancora uguale

esclusa ogni carezza.

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Per una madre assente

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Toccando appena la tua foto reprimo a stento

urlo di desiderio

dove sei perché mi hai lasciato?

placavi le ferite con la voce

dal tuo contatto puro luce sorgeva

dolcissimo calore

ora riesco appena a ricordare

madre

 stretto fra le tue braccia

come la vita dentro me fluisse

dal grembo tuo fecondo.

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Per un amore perduto

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Io t’imploro e t’imploro ma non serve a nulla

amatissima

tremi ti ritiri tenti nasconderti

diventare invisibile

come diafano animale marino

mi sguscia fra le dita il tuo profilo

resta il sentore di un amore infranto

dove ho fallito mi domando

quando ho perduto le chiavi del tuo cuore?

vorticar di pianeti e sole nero

il sangue sulle pietre a goccia a goccia

tu sei fuggita tagliando la mia vita.

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Pioggia dentro

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Pioggia flagella la finestra poi

colpo di luce

perdita di contatto grida a salve

gesti sconnessi

violenza disperata

sensazione vuota

corpo accecato

non si può dire quale fu lo sparo

schiarito da lacrime e tuono

adesso ricomincia poi

per un instante

tutto rassicura

dicono il lungo esilio sia finito.

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Il mio ragazzo

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Sarò sempre pronta al mio ragazzo

è bene lo sappiate

non mi frega un cazzo di quello che pensate

lo so che è un delinquente

l’accetto e mi sta bene

ha i piedi di un gigante le mani

oh le mani

son fatte per toccare le sue mani

le dita forti

fanno vibrare corde di violino

lungo il mio corpo musicale

occhi verdi il mio ragazzo

sensazioni struggenti

occhi verdi mani belle

del prurito vostro non mi frega niente.

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Scritta di pace

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Una lama rade paesaggio ora mesto ora buio

corvi neri come pece gracchiano così forte

che l’eco a fatica risponde

allora m’inoltro al domani

figuro giardini fioriti scaldati da raggi pensanti

e presto nel cielo s’accende

il lume la linfa del tempo

ma scende lo sguardo

il foglio si macchia improvviso di pianto

 è aperta ferita profonda in questo messaggio

dov’è quella riga quel segno

che colloca vera per sempre

la scritta di pace?

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Il profilo dei tetti

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Manichini in vetrina aspettano vestiti

lasciando penzolare il cartellino

bloccati in forme lucide posano inermi

come per fare marcia

 protendono le braccia verso lo spazio vuoto

non danno giudizi

non dicono non sanno 

ferma la palla della testa

lo sguardo anch’esso vuoto interroga il silenzio

bruciano lunghi fuochi del tramonto

dal retro delle case crescono ombre dense

intenso camminare le trafigge

si distende sul piano un velo di già visto

il profilo dei tetti grida al cielo

 per tutti non c’è abbastanza gioia.

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Fioca luce

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Fioca luce da questo lampadario antico

credo d’un tratto

possa il salotto portarmi nello spazio

e farsi incontro a mondi sconosciuti

bene arrivato forse lei è un terrestre?

siamo marziani e saturnini 

oggi facciamo gara di salto alle comete

se si trova in forma può partecipare

faccia attenzione prego prenda bene lo slancio

guardi di non cadere dentro un buco nero

avanzo

corro

volo

di colpo sono sveglio

fioca luce e fitto buio attorno.

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Neve al fiume

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Neve sfarina sopra il fiume gelato

bianca l’avvolge come pelliccia d’ermellino

e sfarina il presente nel passato

questa valle fredda non ha più memoria

cerchi immoti di spazio divorano la storia

nudi coltelli affilano i pensieri

scivolata ogni cosa al guscio originario

nulla resta per fare la parola

per rompere col suono di una voce dura

la perturbante quiete della terra.

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Respiro la tua voce

……………

Respiro la tua voce come un tuo profumo

mi raggiunge sempre

calma il dolore che non sei presente

cerco dentro il ricordo le tue labbra sono ancora vive

passa il dolore e nasce una speranza

passerà questo inverno che mi sei lontana

poi sorgerà tiepida brezza e un’altra primavera

mi recherà la tua persona cara

quando le tue risposte saranno affermative

nell’estasi d’amore.

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Tamburi d’Africa

……………

Tamburi d’Africa pulsanti

caldo nella savana leoni elefanti

lungo tormento degli schiavi trascinati in ceppi

capanne baracche di lamiere palazzi scheggiati dalle bombe

nenie struggenti pianti ancestrali

ovunque pulsanti

tamburi

gli stracci colorati nei mercati focacce di mais

tricicli e piedi nudi punta tallone per la danza

ovunque pulsanti

bambini senza braccia lucidi guerrieri

famelici sciacalli le sabbie del deserto arse di sangue

danze punta tallone tamburi voraci

caldo nella savana

impossibile cielo striato di nero di viola cala ruggendo

leoni elefanti pulsanti tamburi d’Africa

voraci.

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Risveglio in amore

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L’aurora ci visita ansiosa

è l’ora

svegliarsi in amore

quest’ora di chiara freschezza nulla ha di migliore

se sono vicino al mio desiderio

non siamo sposati viviamo congiunti da un sogno

se brilla mattino la sveglia ci chiama

alziamo le membra sfilate da candido sonno

ti do una carezza

svegliarsi in amore momento di chiara freschezza

ma l’ora è suonata

scendiamo contenti contento

è molto felice lo sguardo del sole

ricambio

svegliarsi in amore

svegliarsi in un sogno.

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Usciva dalla notte

……………

Usciva dalla notte suono di corno

muggiva chiamando a raccolta

guerrieri dalle trecce bionde

le spade scintillanti asce ben affilate cavalli

tanti cavalli criniere intrecciate occhi rotanti

fremevano i faggi intrisi di rugiada

la preghiera più sacra percosse gli scudi

di vimini e cuoio i crani rasati degli anziani

andate in battaglia per fare la guerra ai nemici!

la terra che è vostra le mandrie le donne i bambini

saranno difesi

andate uccidete la lotta vi chiama

col corno di guerra.

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New York

……………

Folla confusa tumulto di parole intorno a te

lo skyline che scende verso sud ruba spazio al cielo

negozio di barbiere ancora aperto Manhattan golosa

di whisky e collant

stordimento di traffico ti ho vista dentro luoghi volgari

colli tatuati cattiva musica

tavoli plasticati

io che pativo per te per le tue mani delicate

avrei voluto portarti dove ogni spazio è chiaro

dove si parla inglese con i gomiti

poi coccolarti su una vetrina di gioielli

coccolarti e tenerti tutta per me

sola.

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Pirandello a teatro 

……………

Fuse le nostre anime alle grandi

se Pirandello e le sue maschere

vengono a rotolarci incontro giù dal palcoscenico

come grandine estiva

hanno portato in scena le nostre debolezze

pure siamo contenti

siamo purgati da peccati

 antichi e nuovi

ci sentiamo elevati al cospetto dei santi

perché questo è teatro

la catarsi

di coscienze rimaste troppo a lungo sorde.

Applausi.

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Albero le tue braccia

……………

Albero spingi le tue braccia

agli spazi che il vento spalanca

rampicato di vellutati muschi e formiche

hai messo le radici nel profondo

togli da lì i tuoi succhi e la sostanza

albero padre

 severo il tuo profilo

ammonisce

incaute violette fra le erbe stanche

 tu che sei bravo a vigilare il correre del tempo e della sorte

albero madre

 se la tua linfa verde ci scorresse dentro

cambierebbe le mani nelle foglie

 torneremmo di nuovo figli della terra.

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A lume spento

……………

A lume spento non perdere coraggio

la realtà che amavi continua anche nel buio

non sparisce mai

quando veste di luce si presenta vera

sostiene la tua vita che circonda di cose

condiziona il pensiero immagini regala

che solo tu puoi vedere

e assorbi

per scrivere le pagine immortali

per disegnare il mare

a lume spento

non perdere coraggio

ti rimane

un fascio di ricordi.

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Una preghiera

……………

Dal cielo fummo espulsi

per fare esperimento in luogo alieno

fummo lasciati soli

 e ci perdemmo a ribaltar la terra

che doveva bastare all’infinito

annaffiata di lacrime

di bombe

non riuscì giardino ma un disastro

adesso ti chiediamo

Padre supremo

allungaci una mano

facci tornare indietro.

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Cara poesia

……………

Il mio lavoro di scriba

non sarà pagato con lodi esagerate

mi contento di un cenno di un sorriso

spero mi sussurriate bravo adesso sento

grazie delle parole che ci lasci

quanto ci dici colma un vuoto dentro

rotto frastuono è tutto fuori al testo

metti del fresco aggiungi un po’ di suono

abbiamo sete di parole belle

strepita il mondo con sguaiati riti

ci trascina ci incalza

per una corsa che non trova scopo

bello fermarci a leggere e pensare

cara poesia di te mai si ha abbastanza.

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Vuoti specchi

……………

Vuoto mi preme

mi sovrasta gioco mosso di specchi

vorrei fuggire a un punto fermo

che infine nella mente si completa

un limite un riparo

non sono come voi

che esagerate al piacere del corpo

che vi date interi

al sollazzo di tastare il nulla

io credo ci sia ancora una sostanza

cui si possa ancorare la persona

dare valore all’esistenza perché duri

forgiata in concretezza.

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La tua voce

……………

Viene dalla tua voce

la mia felicità

suono della tua voce parla al mio dolore

io sento che mi sfiora mi consola

mi accetta come sono

né mi chiede in cambio un pegno una promessa

ha fede di vedermi

un giorno

con lieto viso aprirmi al dolce accenno.

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Morte calva

……………

Questo nostro pianeta si trasforma

perde capelli appare già invecchiato

lance di sole a settentrione

e carne di balena ai granchi australi

 il giro di natura è scombinato

l’inverno ci cucina al forno

fredda la gobba dell’estate

 mare in salita ci vorrebbe ancora

fra i coralli

dove nascemmo pesciolini anfibi

appena trasparenti appena ciechi

non possiamo sprecare i secoli passati

non ci faremo spiaggiare da una morte calva.

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Mio figlio

……………

Mio figlio pare già ragazzo

vorrei cavarne l’uomo più importante

che faccia nella vita cose sode

ma sempre oblique alla tendenza in voga

una figura piena da mostrare esempio

quello che io non sono stato

oggi è un ribelle con la droga in tasca

penso una debolezza passeggera

lo risucchia nel giro una ragazza secca

con gli occhiali

una fissata che non ha importanza

finché il ragazzo vagolando inciampi

negli sbagli del padre e si converta.

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Chiamalo lavoro

……………

Sotto il bordo d’aurora

s’indovina durezza del mattino

mi torcerà le braccia fatica a poca paga

 chiamalo lavoro

ancora nove ore poi ritorno a casa

sferro un pugno deciso al caposquadra

accorrono i colleghi

verrò messo fuori

come anello di ferro intorno al capo

mi stringe la fatica la rabbia di una vita

la durezza è passata dal giorno a queste mani

come spiegarla con parole brevi

come spiegarla alle divise gialle

 che ridacchiano in parte

succhiando caramelle

e barzellette sporche?

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Vola gabbiano

……………

Quasi vela delicata e libera

l’ala carezza il dorso dell’azzurro

vola il gabbiano

su un filo di corrente si sospende

l’orizzonte buca

non si cura di noi che l’ammiriamo

che vorremmo imitarlo dentro l’aria

e gareggiare in volo

 si tuffa in mezzo all’onda poi risale

placida navicella bianca appare

che d’un tratto misura

quanto è vasto il confine del pensiero.

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Giovane fiume

……………

Giù dalla valle incalza

giovane fiume

rode le sponde minaccia

la tana delle nutrie

muscoli gonfia quando il mare incontra

rumoreggia

poi l’abbraccia e gli dona erbe palustri

quindi divora terra e sabbia che la foce allarga

sgorga felice e ribollendo piano accoglie

l’omaggio di una cernia.

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Piazza grande

……………

Suono stingeva appena l’orologio

dava il tramonto sguardo alle colline

ci colse il primo amore

il nostro primo bacio

sopra le pietre lisce in piazza grande,

oggi l’ho vista ancora

ancora gli occhi chiari

grigi e lisci i capelli

zoppicava appena

in piazza grande che ci lega ancora.

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Quando piove

……………

Un torrente riappare quando piove

sassi trascina e rami

spaventa la paciosa estate

rompe l’orlo alle case irrompe nei mercati

mette danni al lavoro

pala e piccone imbraccia il contadino

prega il dio della terra unisce la bestemmia

mentre le rane

sviluppano concerto clamoroso

nella fanga. 

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Vita nei campi

……………

Campi di grano ci fissavano muti

oltre il tramonto

era l’ora del vespro la terra riposava

indicava la via turbine di farfalla per la prima sera

ruppe la quiete un tocco

un tocco solo di campana

e tutto parve nuovo

croste e dolori della vita grama ci si sciolsero dentro

per gioia che tornava

il paiolo sul fuoco

con minestra di fave

e la beata sanità del piede

che saliva a casa.

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Edera verde

……………

Sollevo lo sguardo e la vedo

ignara della sua bellezza

zampilla la fontana che ne specchia

la chioma sinuosa

erge su gambe sode di corteccia

 sussurra dagli intrecci cupi

arrampica nel vivo della pietra

la confonde

l’abbraccia di velluto

sempre più alta lancia la sua sfida

edera verde

che non è mai stanca

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Per un nuovo nato

……………

Porti mondi nascosti che vivremo insieme

sprizzi bagliore dai tuoi occhi di colore brilli

spazi ritagli nella luce

il suolo tasti con i piedi nudi e gorgogli

 altre parole 

tu sei scolpito nella musica

bimbo felice

sei qui fra le mie braccia caro

sei figlio del mio corpo

del mio sangue

sei nuovo e intanto piango.

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Intensa passione

……………

Desiderio infocato a stento trattenuto

di te mi possiede

circuito incandescente

la mia pelle s’arriccia

al tuo tocco privato

la mia spina dorsale

è memoria.

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Il vecchio gatto

……………

Dormiva tutto il giorno

forse sognava

aumento di saggezza

o riposava la struttura stanca?

il vecchio gatto

 un ammasso di pelo tondo e fulvo

aveva il suo cantuccio accanto al letto

soffiava il fiato corto

apriva gli occhi gialli

molto poteva dire ma taceva

cosa mi manca?

la sua palla di pelo

le verità che dentro conservava.

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Non ti vediamo

……………

Dove sei tu Signore

perché non ti vediamo?

è cosa buona quando ti pensiamo

noi siamo soli e spaventati

tutto andò perduto

la nostra integrità la nostra fede

tutto andò distrutto

Tu che uscisti dal basso come fiamma nuova

Tu che vivi in eterno dove andasti?

siamo sospesi in quell’attesa

di chi geme e nel domani spera.

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