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UNA BUONA COSA
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Ho respirato l’aria dei monti
che scivola da ieri sopra le nostre case
oscurate da grande temporale, tutto il paese
è uscito per le strade a calcolare i danni,
i negozi sventrati dalla piena
d’acqua fangosa ed i tombini rovesciati fuori come interiora di fogna,
saranno necessari molti soldi d’ora in avanti,
il sindaco metterà nuove tasse, lo dicono tutti,
chi pagherà non è certo.
Intanto l’aria dei monti scende senza costare niente.
Questa è una buona cosa, i cittadini poveri la metteranno in frigo
servirà per l’estate quando la secca
provoca il mal di testa e le tasse salgono di livello
per compensare che non piove da giorni.
Il sindaco aiuta la povera gente con belle parole
e asfalta le strade che la tempesta ha rovinato,
ha detto non faremo pagare l’aria dei monti,
è vostra gratis.
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L’AMICO SCOMPARSO
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L’amico non c’è più,
siedo sulla panchina che era sua.
Passavamo le sere in compagnia
a cantare donne lontane, belle e
sconosciute,
eravamo pronti agli svaghi, sempre
innocenti, semplici e sinceri.
Giravamo il paese da mattina a sera
e quando incontravamo il prete ci
diceva: benedetti ragazzi mai che vi veda in chiesa,
venite qualche volta a confessare le vostre
scappatelle. L’amico rispondeva: padre
non abbiamo pensieri che cadono in
peccato, la nostra gioventù è ancora gaia. spumeggiante, allegra,
siamo la simpatia per tanta gente.
Ed era vero, ridevamo sempre, poi si stese
sopra le nostre teste un’ala nera,
venne la malattia, prima sembrava niente.
Venivo all’ospedale di mattina,
gli dicevo piano: non mi lasciare solo a camminare.
Era l’estate, i campi erano biondi di grano
maturato e tu te ne sei andato senza
salutare, hai preso un’altra strada
e non mi hai detto quale.
Adesso sono solo con il tuo ricordo, ti parlo,
anche se ascolti non sento la tua voce.
Sulla panchina siedo che era tua, questo lo so
non mi vorresti triste.
Colgo improvviso il tuo sorriso che mi scalda ancora.
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TU
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Sei il mio sguardo
il mio cammino,
tepore del sole di giugno
aria calma delle sere d’estate.
Sei un gioco dolce
un sorriso che avvolge, un passo leggero
che segna il mio giorno.
Sei l’abbandono della sera che
la notte attende.
Sei luce del mattino in un risveglio chiaro
Sei la speranza che rimane
alle foglie d’autunno, la mia terra
sei tu.
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