Poetry

Percorsi e parole

Augusto Galli

Dieci anni in poesia

2022 – Attimo fuggente

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UNA BUONA COSA

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Ho respirato l’aria dei monti

che scivola da ieri sopra le nostre case

oscurate da grande temporale, tutto il paese

è uscito per le strade a calcolare i danni,

i negozi sventrati dalla piena

d’acqua fangosa ed i tombini rovesciati fuori come interiora di fogna,

saranno necessari molti soldi d’ora in avanti,

il sindaco metterà nuove tasse, lo dicono tutti,

chi pagherà non è certo.

Intanto l’aria dei monti scende senza costare niente.

Questa è una buona cosa, i cittadini poveri la metteranno in frigo

servirà per l’estate quando la secca

provoca il mal di testa e le tasse salgono di livello

per compensare che non piove da giorni.

Il sindaco aiuta la povera gente con belle parole

e asfalta le strade che la tempesta ha rovinato,

ha detto non faremo pagare l’aria dei monti,

è vostra gratis.  

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L’AMICO SCOMPARSO

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L’amico non c’è più,

siedo sulla panchina che era sua.

Passavamo le sere in compagnia

a cantare donne lontane, belle e

sconosciute,

eravamo pronti agli svaghi, sempre

innocenti, semplici e sinceri.

Giravamo il paese da mattina a sera

 e quando incontravamo il prete ci

diceva: benedetti ragazzi mai che vi veda in chiesa,

venite qualche volta a confessare le vostre

scappatelle. L’amico rispondeva: padre

non abbiamo pensieri che cadono in

peccato, la nostra gioventù è ancora gaia. spumeggiante, allegra,

siamo la simpatia per tanta gente.

Ed era vero, ridevamo sempre, poi si stese

sopra le nostre teste un’ala nera,

venne la malattia, prima sembrava niente.

Venivo all’ospedale di mattina,

gli dicevo piano: non mi lasciare solo a camminare.

Era l’estate, i campi erano biondi di grano

maturato e tu te ne sei andato senza

salutare, hai preso un’altra strada

e non mi hai detto quale.

Adesso sono solo con il tuo ricordo, ti parlo,

anche se ascolti non sento la tua voce.

Sulla panchina siedo che era tua, questo lo so

non mi vorresti triste.

Colgo improvviso il tuo sorriso che mi scalda ancora.     

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TU

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Sei il mio sguardo

il mio cammino,

tepore del sole di giugno

aria calma delle sere d’estate.

Sei un gioco dolce

un sorriso che avvolge, un passo leggero

che segna il mio giorno.

Sei l’abbandono della sera che

la notte attende.

Sei luce del mattino in un risveglio chiaro

Sei la speranza che rimane

alle foglie d’autunno, la mia terra

sei tu.

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