Poetry

Percorsi e parole

Augusto Galli

Dieci anni in poesia

2017 – In attesa dell’alba

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MADRE

……………

Madre,

una sberla

una carezza.

Ti ha nutrito nel ventre

poi ti ha messo fuori.

Partorito

nel sangue

da tua madre.

Quando sei uscito

al ventre della vita

figlio sei diventato

di tua madre.

Ti cerca, ti rivuole

dentro, averti nuovo,

partorirti ancora.

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COMPUTER

……………

A te confido,

specchio motorizzato,

il mio

tormento,

tu registri il momento

in cui faccio naufragio.

Non mi deridi,

né mi curi,

resti silente.

Ma adesso che

possiedi intelligenza

artificiale

temo vorrai indagare

perché piango e rido.

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VIRTU’

……………

Occorre il male

per proporre

il bene.

Dalle torture fisiche

e morali

capisco, suona strano,

si deduce

quanto serve di buono

per sanare piaghe.

Ogni virtù è l’impasto

da due segni

opposti,

può mutare la vita

in un sorriso

chi conosce l’abisso.

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RICORDO

……………

Voglia di sogno

frugando nel passato,

una piega del tempo

è la memoria,

un pregiato tormento

della carne viva.

Alberi, rami arcuati,

foglie, lame di sole,

tante foglie a scoprire

verde inatteso.

Inatteso ricordo.

E tu,

porzione di sogno,

dove ti

posso collocare?

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ASCOLTO

……………

Nulla hai

da insegnare

che non sia già scritto

sulle tavole

dove ho studiato

giovanetto.

Nulla puoi

darmi che già non sia

destinato

consacrato all’abitudine.

Nulla dunque

ti chiedo, se non

ascolto sincero.

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CONFUSIONE

……………

Uccelli di legno e

rosmarino,

sedie muffite.

Dall’Io profondo

giungono messaggi

che conviene ascoltare,

non ci sono risposte,

non importa.

Squarci nel fondo

fossili che parlano

e l’estremo

saluto di un suicida

mancato,

assurda confusione

di un paziente bendato.

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STORIA

……………

Ribaltando il cassetto

cade testa di morto,

è solo un fermacarte,

una spilla da balia,

un promemoria.

È dunque tutto questo

che rimane

da una vita intera,

da una storia

mai scritta per intero?

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ENERGIA

……………

C’è da inventare

energia residuale

a basso costo,

ci distrugge la crescita.

Impone strategie,

non trova posto

nel nostro breve immaginario.

Acciaio, gomma e la mescita

astrusa di polimeri

contro un soffio di carta,

anima in puro legno.

Lo stregone

nasconde la montagna sacra,

restiamo a bocca aperta.

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TEMPO

……………

Si credeva d’aver messo

il tempo alla catena

invece ci ha travolto,

è passato

ruggendo,

ci ha strappato

infanzia e giovinezza.

Ha lasciato

amarezza

e un gran rimpianto.

Adesso lo si tiene per la coda

in vista del segnale Fine

che laggiù lampeggia.

Tempus fugit.

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PIETRE

……………

Penso alle volte il corpo possa lievitare

scuotere, uscire da gabbia di parole

necessarie, schiantare le ragioni

dell’essere,

quasi leggero sopra festa di pietre,

o teschi da mannaia celeste qui

lasciati seccare sopra i rovi

a memoria

che noi siamo mortali.

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DOMANI

……………

Succederà qualcosa stanotte, sarà forse

l’amore o il battito lento del cuore che

si spegne, tutto avviene di notte perché

il buio nasconde ciò che trama,  la vita

a nessuno risponde di errori e

promesse,

succederà qualcosa stanotte

che nel sonno pesante divora.

Forse

domani lo racconto.

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RISCATTO

……………

Vi prego di salvarmi dal ricordo, può

cadere pesante e farmi sangue,

 il ricordo è un pugnale,

vive nascosto nel passato,

non riposa, cerca la mossa per

il colpo

quando il pensiero vuol fuggire altrove.

Era presente al fatto, ne ha le prove,

chiede tagliente il prezzo

del riscatto.

È lui che sceglie l’ora.

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FRATELLI

……………

Fratelli, qui ci troviamo a scontare

peccati condivisi,

tu vestita di viola

lui d’arancio,

 precipitati giù per un costone antico.

Altro ci prometteva

quel giardino che di fiori era lustro,

dietro nascosto il senso dell’ignoto.

Quale gioire e incanto si è lasciato

quando tu, Padre,

 ci hai voluti pronti a

camminare con le gambe corte,

arrampicare come granchi

ora che l’onda

urlando ci riprende. 

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ERRORI

……………

Rari momenti che,

nascosti ai pensieri,

cavalchiamo piaceri del passato

se

ritorna figura della madre che ci sgrida

e protegge,

troppo tardi.

Come la quercia

che si spande al prato

allarghiamo le braccia e fra le dita

fugge la voglia giovanile di far chiasso,

ci chiediamo invano

dove mai ho sbagliato?

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IL CREPACCIO

……………

Fermo il passante. Dove vai domando.

Lui scuote il campo e ride.

Solo un’indicazione mi serviva

a misurare questo mio percorso

 che sento dentro ma non so spiegare.

 Mi sorpassa una folla di dementi che

agitando bandiere e citazioni

 vanno al crepaccio

 e sembrano felici. 

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UNITI

……………

Ora che avanza primavera apre felpato

invito alla natura,

tu non sei pronta,

ancora t’incatena la paura del patto

donna uomo.

Questo è il tuo rischio e

il mio,

ma non sapremo quando si vince o perde senza provare il verde

che alle caviglie preme,

per le gambe sale,

ci pretende uniti.

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DUE DI UNO

……………

Nel nostro giorno amico mi sussurri

notizie del tuo cuore,

 forti nel tempo che ci resta.

Attorno a noi tempesta

la gragnuola dei fatti,

ci sprofonda,

pure

il sentire profondo che tra noi fa lega

ci rimette a galla.

Coltiviamo, sereni,

la speranza di restare per sempre

due di uno. 

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AMICI

……………

Ho conosciuto amici di paese che non era mio.

Ora sono disposti su una panca e

si piegano insieme a una preghiera blanda.

Cantano dentro il mio giardino

con animo gentile.

Sono calzati, vestiti per partire,

l’impronta che ne resta

è sacra.

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