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MADRE
……………
Madre,
una sberla
una carezza.
Ti ha nutrito nel ventre
poi ti ha messo fuori.
Partorito
nel sangue
da tua madre.
Quando sei uscito
al ventre della vita
figlio sei diventato
di tua madre.
Ti cerca, ti rivuole
dentro, averti nuovo,
partorirti ancora.
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COMPUTER
……………
A te confido,
specchio motorizzato,
il mio
tormento,
tu registri il momento
in cui faccio naufragio.
Non mi deridi,
né mi curi,
resti silente.
Ma adesso che
possiedi intelligenza
artificiale
temo vorrai indagare
perché piango e rido.
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VIRTU’
……………
Occorre il male
per proporre
il bene.
Dalle torture fisiche
e morali
capisco, suona strano,
si deduce
quanto serve di buono
per sanare piaghe.
Ogni virtù è l’impasto
da due segni
opposti,
può mutare la vita
in un sorriso
chi conosce l’abisso.
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RICORDO
……………
Voglia di sogno
frugando nel passato,
una piega del tempo
è la memoria,
un pregiato tormento
della carne viva.
Alberi, rami arcuati,
foglie, lame di sole,
tante foglie a scoprire
verde inatteso.
Inatteso ricordo.
E tu,
porzione di sogno,
dove ti
posso collocare?
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ASCOLTO
……………
Nulla hai
da insegnare
che non sia già scritto
sulle tavole
dove ho studiato
giovanetto.
Nulla puoi
darmi che già non sia
destinato
consacrato all’abitudine.
Nulla dunque
ti chiedo, se non
ascolto sincero.
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CONFUSIONE
……………
Uccelli di legno e
rosmarino,
sedie muffite.
Dall’Io profondo
giungono messaggi
che conviene ascoltare,
non ci sono risposte,
non importa.
Squarci nel fondo
fossili che parlano
e l’estremo
saluto di un suicida
mancato,
assurda confusione
di un paziente bendato.
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STORIA
……………
Ribaltando il cassetto
cade testa di morto,
è solo un fermacarte,
una spilla da balia,
un promemoria.
È dunque tutto questo
che rimane
da una vita intera,
da una storia
mai scritta per intero?
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ENERGIA
……………
C’è da inventare
energia residuale
a basso costo,
ci distrugge la crescita.
Impone strategie,
non trova posto
nel nostro breve immaginario.
Acciaio, gomma e la mescita
astrusa di polimeri
contro un soffio di carta,
anima in puro legno.
Lo stregone
nasconde la montagna sacra,
restiamo a bocca aperta.
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TEMPO
……………
Si credeva d’aver messo
il tempo alla catena
invece ci ha travolto,
è passato
ruggendo,
ci ha strappato
infanzia e giovinezza.
Ha lasciato
amarezza
e un gran rimpianto.
Adesso lo si tiene per la coda
in vista del segnale Fine
che laggiù lampeggia.
Tempus fugit.
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PIETRE
……………
Penso alle volte il corpo possa lievitare
scuotere, uscire da gabbia di parole
necessarie, schiantare le ragioni
dell’essere,
quasi leggero sopra festa di pietre,
o teschi da mannaia celeste qui
lasciati seccare sopra i rovi
a memoria
che noi siamo mortali.
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DOMANI
……………
Succederà qualcosa stanotte, sarà forse
l’amore o il battito lento del cuore che
si spegne, tutto avviene di notte perché
il buio nasconde ciò che trama, la vita
a nessuno risponde di errori e
promesse,
succederà qualcosa stanotte
che nel sonno pesante divora.
Forse
domani lo racconto.
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RISCATTO
……………
Vi prego di salvarmi dal ricordo, può
cadere pesante e farmi sangue,
il ricordo è un pugnale,
vive nascosto nel passato,
non riposa, cerca la mossa per
il colpo
quando il pensiero vuol fuggire altrove.
Era presente al fatto, ne ha le prove,
chiede tagliente il prezzo
del riscatto.
È lui che sceglie l’ora.
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FRATELLI
……………
Fratelli, qui ci troviamo a scontare
peccati condivisi,
tu vestita di viola
lui d’arancio,
precipitati giù per un costone antico.
Altro ci prometteva
quel giardino che di fiori era lustro,
dietro nascosto il senso dell’ignoto.
Quale gioire e incanto si è lasciato
quando tu, Padre,
ci hai voluti pronti a
camminare con le gambe corte,
arrampicare come granchi
ora che l’onda
urlando ci riprende.
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ERRORI
……………
Rari momenti che,
nascosti ai pensieri,
cavalchiamo piaceri del passato
se
ritorna figura della madre che ci sgrida
e protegge,
troppo tardi.
Come la quercia
che si spande al prato
allarghiamo le braccia e fra le dita
fugge la voglia giovanile di far chiasso,
ci chiediamo invano
dove mai ho sbagliato?
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IL CREPACCIO
……………
Fermo il passante. Dove vai domando.
Lui scuote il campo e ride.
Solo un’indicazione mi serviva
a misurare questo mio percorso
che sento dentro ma non so spiegare.
Mi sorpassa una folla di dementi che
agitando bandiere e citazioni
vanno al crepaccio
e sembrano felici.
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UNITI
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Ora che avanza primavera apre felpato
invito alla natura,
tu non sei pronta,
ancora t’incatena la paura del patto
donna uomo.
Questo è il tuo rischio e
il mio,
ma non sapremo quando si vince o perde senza provare il verde
che alle caviglie preme,
per le gambe sale,
ci pretende uniti.
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DUE DI UNO
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Nel nostro giorno amico mi sussurri
notizie del tuo cuore,
forti nel tempo che ci resta.
Attorno a noi tempesta
la gragnuola dei fatti,
ci sprofonda,
pure
il sentire profondo che tra noi fa lega
ci rimette a galla.
Coltiviamo, sereni,
la speranza di restare per sempre
due di uno.
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AMICI
……………
Ho conosciuto amici di paese che non era mio.
Ora sono disposti su una panca e
si piegano insieme a una preghiera blanda.
Cantano dentro il mio giardino
con animo gentile.
Sono calzati, vestiti per partire,
l’impronta che ne resta
è sacra.
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