Poetry

Percorsi e parole

Augusto Galli

Dieci anni in poesia

2016 – Strade sassose

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INCONTRO

……………

Acqua grigia

bianca forse

la vedi a traverso

cristallo del silenzio.

Perché mio dolore

non cessi, non passi domani

che sono guarito?

Avrei molte cose da dire,

parole da essere umano,

urgenza di dare una storia,

mi stringi la mano?

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PERCORSO

…………..

Quando chiediamo

“io chi sono?”

non abbiamo risposte.

Andiamo a luci spente

piano piano

sopra una crosta di bugie,

in situazioni ambigue.

Dove ci porta questa via

non lo sappiamo,

venga qualcuno a fare lume

e così sia.

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INTEGRAZIONE

…………..

Innesti siete

di cammino in travaglio,

opaco labirinto dove

chi sbaglia

viene abbandonato.

Sentenze di giustizia

permessi e rituali

sono la vostra uscita,

se ne fate uso.

Correte intanto a lavorare,

per il pane, non avete scelta.

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SOSPIRO

…………..

Sospiro una

carezza

una dolcezza

che mi faccia bene.

Urgono voci crude.

Vorrei che lo spiraglio,

l’azzurro

del tuo sguardo

illuminasse ancora

buio delirio che mi arpiona.

Sogno o son desto,

tu sei così viva?

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SCOPPI

…………..

Ho visto il cielo

fatto curvo

di bagliori sinistri,

l’acqua mutare

nel colore sangue

e tutto attorno

braccia gambe

divelte al loro tronco.

Quando si fa la guerra.

La pace s’è nascosta

sotto terra,

dicono sia scappata per paura

che venga fucilata.

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LEONI

…………..

Siete invitati

ad incazzarvi con

chi non conoscete,

dare un insulto è sempre

un bel regalo,

arriva in cambio un

caldo vaffanculo.

Per mille like vendete

vostra madre

fatevi sotto,

leoni da tastiera,

fate merenda

con i social media.

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DOMANDE

…………..

Alzo lo sguardo

da stamane,

chiedo

dove finisce il cielo,

il gatto come sogna?

Sono domande

pertinenti,

nessuno che risponda.

E’ questa indifferenza

che mi rende alieno.

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OMBRA

…………..

Lacrima folle

che ti riga il viso

che spegne quel sorriso,

luce nel nulla

della mente.

Sei  svanita nell’ombra,

non ti vedo,

o sono forse

diventato cieco?

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BIMBA

…………..

Anima dolce

che mi doni

fiore di vita appena

in boccio,

eccoti pronta

per un denso abbraccio.

Sanno di pesca le

tue guance piene,

sopra di te

festeggia

un angelo che ride.

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COLORI

…………..

Rompe il disegno

in pezzi,

libera colori,

carta non basta.

Verdi ruffiani

gialli raffinati,

nero da solo

avanza nello spazio

vuole, si  prende

quel che resta del giorno.

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VENTI

…………..

Venti parole

per parlarti di me

per dirti che ti voglio bene.

Cantami ancora

canzone che ci lega,

io non ho più parole,

dopo venti.

Poi si fece sera.

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UMANI

…………..

Turbinare di foglie,

nell’orecchio

un suono di campane

rotto, interrotto

da pestate cupe,

forze segrete

che le madri

nascondono al futuro.

Mai noi sapremo

il perché di chi resta,

chi scompare.

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PRIMAVERA

…………..

Sei nata dalla terra

come fiore,

il tuo profumo allieta.

Alta voce non hai,

non saprò mai

tuo nome,

voglio chiamarti Primavera

e tu sarai felice di posare,

inerme,

tra pieghe sinuose delle ombre.

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PARETI

…………..

Tutte le vie di fuga

sono chiuse

mentre chiediamo invano

di salire ancora,

cavalcare il domani.

Restiamo intrappolati

in questi giorni

scarsi di emozioni,

questa realtà non sembra

buona,

urtiamo le pareti del già noto.

Cosa sarà di noi

se non troviamo

una diversa uscita?

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INTERMEZZO

…………..

Alberi come sfondo

ai miei pensieri

e il ricordo giocondo

dei tuoi passi,

quando sorgevi allegra

dalla festa.

Muto spiavo alla finestra

se di me tenevi,

indovinavi ancora

i baci

che potevo darti?

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CORO

…………..

Cantavo fiducioso

dentro al coro

delle voci bianche,

seguivo la bacchetta

del maestro e

mi pareva

d’oro

il volto di quel santo.

Naso d’incenso,

fiori ancora freschi,

l’ora stranita si faceva

densa

di sommesso vanto.

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SEGNALI

…………..

Quando la gioia

ti tracima in cuore

e felice ti sembra

di volare

ricorda che

domani

è un altro giorno,

altro peso verrà

bussando

alla tua porta

con segnali nuovi.

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LIMITI

…………..

Portiamo dentro

grovigli di pensieri,

rabbie,

desideri strani,

non troviamo

la voglia di quietarli.

Quando la spinta

brucia ogni pazienza

ci travolge,

danza,

della morte il ballo.

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FIABA

…………..

Incontro l’uomo

che ha perduto  il viso,

corre,

si gira,

adesso è là sospeso.

Parla il coniglio

con la fata bionda,

s’incammina la luna

e dopo nuota.

Cambia la fiaba

essenza del reale

pure suona vera.

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MENTE

…………..

Non ti conosco

ma di me ti parlo,

ascolti e mi comprendi.

Dove sei nato

dove sei cresciuto?

Non ti ho visto prima,

non ricordo il tuo nome

se ne hai.

Buie finestre e corridoi

lucenti

dentro le case della mente

abitate da mondi.

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NOTTURNO

…………..

Arranca

treno stanco

nello spazio notturno.

Si dissolve il vuoto.

Domenica funesta

recita il quotidiano,

racconta di omicidi,

agguati.

Chiuso nel guscio

del distacco

un omino si gratta,

forse pensa.

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